Volontariato e comunità: la ricetta di Alberto Franceschini per il benessere sociale
- Anteas Treviso
- 2 giorni fa
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Articolo sul Mensile Qui Treviso nel numero di Novembre 2025
Alberto Franceschini, figura di spicco del volontariato trevigiano, ha alle spalle una lunga esperienza da sindacalista e oggi è presidente di Anteas Treviso. Sotto la sua guida, l’associazione si distingue per la capacità di “andare incontro alle persone”, costruendo relazioni basate sull’ascolto, la solidarietà e la partecipazione attiva.
Le origini di Anteas Treviso
«Arrivo a Treviso – racconta Franceschini – dopo una lunga esperienza in un’associazione per i dipendenti Enel. Mi proposero di occuparmi di sociale e volontariato, e così nacque Anteas». Era circa venticinque anni fa, quando in provincia di Treviso vide la luce la prima organizzazione di volontariato promossa da pensionati Cisl: ARTEA, poi divenuta Anteas. L’obiettivo era valorizzare l’invecchiamento attivo e permettere ai pensionati di continuare a dare un contributo concreto alle loro comunità. Da allora, il coordinamento di volontariato e promozione sociale conta oggi 70 associazioni solo nel territorio trevigiano.
Franceschini è stato anche Vicepresidente nazionale di Anteas, dove ha promosso il cambiamento del significato dell’acronimo: da “Associazione della Terza Età” a “Associazione per tutte le età”, perché gli anziani possono essere guida e ispirazione anche per i giovani.
Volontariato come benessere
«Stare insieme e socializzare – sottolinea Franceschini – significa restare attivi mentalmente e fisicamente, migliorando la salute e riducendo i costi sanitari».Per lui, la prevenzione e il benessere sociale sono pilastri fondamentali, soprattutto in un momento in cui la sanità pubblica è sempre più sotto pressione.
Sanità e territorio: luci e ombre
Franceschini ricorda come, da presidente del Centro Servizi per il Volontariato di Treviso, si sia battuto per mantenere più unità sanitarie locali (Ulss) in provincia, ma senza successo: «La Regione ha deciso di ridurre i servizi, penalizzando in particolare la salute mentale e il numero di posti letto». Anche gli ospedali di comunità – aggiunge – «possono essere utili, ma dopo un periodo iniziale diventano a pagamento, pesando soprattutto sugli anziani».
Sulle nuove Case di Comunità, il presidente sottolinea l’importanza della collaborazione: «Sono una buona idea, ma vogliamo essere coinvolti. Le nostre associazioni possono offrire un aiuto prezioso alle persone del territorio».I progetti sono stati resi possibili grazie ai fondi del PNRR, che permetteranno alla provincia di Treviso di avere 17 nuove Case di Comunità.
Ambiti territoriali e ruolo del volontariato
Gli Ambiti Territoriali Sociali (ATS) rappresentano un importante passo avanti, anche se – osserva Franceschini – «in Veneto hanno dimensioni troppo grandi, con oltre 300.000 abitanti per Treviso, contro i 70.000 considerati ottimali».Il volontariato, però, non deve solo aiutare: «Deve anche stimolare le istituzioni a creare spazi e occasioni di confronto. Purtroppo, spesso le nostre richieste restano senza risposta».
Le attività di Anteas Treviso
L’impegno dell’associazione è ampio e concreto:
assistenza e ascolto per malati di Alzheimer
trasporti sociali per anziani e persone fragili
gestione di circoli ricreativi e Università della Terza Età
banchi alimentari e raccolta di mobili e vestiario
Nel solo 2024 i mezzi Anteas hanno percorso oltre 900.000 chilometri, grazie all’impegno di 600 volontari e 6.000 soci.
Le sfide: risorse e collaborazione
Le difficoltà principali riguardano i rapporti con le amministrazioni locali e la mancanza di fondi.«Servirebbe un tavolo stabile di confronto tra Comuni e associazioni – propone Franceschini – per una distribuzione equa dei contributi e una vera coprogettazione sociale, come previsto dal Codice del Terzo Settore».
Attualmente Anteas si finanzia con:
5x1000
contributi privati
convenzioni con i Comuni
Franceschini lamenta l’assenza di sostegno da parte della Fondazione Cassamarca, in contrasto con altre fondazioni, come Cariparo, che invece finanziano il Terzo Settore.
Guardando al futuro
Tra i prossimi obiettivi: migliorare il servizio di trasporto sociale, potenziando la parte informatica e introducendo nuove professionalità.«Il piccolo è bello non vale più – afferma – serve una struttura più organizzata e moderna».
L’appello ai volontari, soprattutto giovani
«Non finirò mai di ringraziare i nostri volontari. Chi si alza alle sei del mattino per accompagnare una persona anziana o un ragazzo a scuola merita il massimo rispetto».
E conclude con un invito:
«Il volontariato fa bene agli altri, ma anche a sé stessi. Ai giovani dico: trovate un paio d’ore ogni tanto e dateci una mano. Vi cambierà la vita».






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