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Una sanità in grave difficoltà – su 30News

L'analisi di Alberto Franceschini, Presidente dell'ANTEAS di Treviso


Le questioni riguardanti la sanità sono sempre al centro dell’attenzione dei media che danno ampio spazio alle dichiarazioni dei vari responsabili siano essi dell’Ulss della Regione e ultimamente anche di chi sta investendo nella sanità privata.


Tutto questo comunicare il più delle volte fa a pugni con la realtà che tutti i giorni si trovano a vivere le persone che non hanno risposte in tempo utile per le loro visite specialistiche, che attendono mesi per un intervento ma, l’Ulss 2 Marca Trevigiana dice state tranquilli stiamo recuperando l’arretrato e, nel frattempo rimangono aperte le porte per le visite specialistiche private in ospedale la cosiddetta "intramenia"; se si volesse veramente recuperare l’arretrato ma mantenendo il corrente andrebbe sospesa o ancora meglio come fa un ospedale d’avanguardia della Lombardia non si fanno proprio visite a pagamento se non sono state soddisfatte le visite specialistiche normali.


Per non parlare dei ricoveri rispetto ai quali si continuano a diminuire i posti letto riservandoli prevalentemente alle malattie acute; ma se sei un anziano la peggior cosa che ti può capitare è che al termine dell’acuzie che dura di solito pochi giorni, a prescindere dalla tua situazione, ti si vuole dimettere senza considerare che magari sei solo che non hai una casa adeguata che non hai una rete famigliare e quindi nessuno che ti può aiutare.


Allora viene spontanea la domanda ma dove sono le case di comunità da anni promesse e mai realizzate per non parlare degli ospedali di comunità anch’essi promessi e mai realizzati che dovevano essere il primo luogo in cui l’anziano fragile, superata la fase acuta che lo ha portato a doversi ricoverare in ospedale poteva trascorrere il tempo necessario per riprendersi prima di tornare alla vita normale.


La mancanza dei medici di base, di cui molto si parla e che non è sanabile nel breve perché mancano i medici ma anche perché preferiscono lavorare nel privato o fare altro “medici a gettone nei pronto soccorso” dove guadagnano di più, non si risolve come pensano illuminati sindaci o rappresentanti dell’Ulss 2 spostando i malati da un medico a un altro organizzando un adeguato trasporto sociale come recentemente scritto nei giornali locali.


Bella la cittadella della salute in via di ultimazione ottimi gli impianti ma della sanità territoriale chi sta occupando?


L’Assistenza domiciliare si sta pensando come efficientarla e riorganizzarla visto che esempi di assistenza domiciliare in altre regioni sono a testimoniare che si può far meglio anche grazie alle nuove tecnologie?


Perchè bisogna muovere un malato allettato per farli una radiografia o una ecografia quando ci sono sistemi già in uso a Torino dove questi esami si fanno a casa del paziente da equipe attrezzate allo scopo e in collegamento con la sede ospedaliera.


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